Pace e fiducia

E' stata una di quelle giornate ni. Iniziata tra fraintendimenti e proseguita tra fraintendimenti. Con amici, con conoscenti, gente che comunque stimo. A me piace scindere il momento di incomprensione dalla persona. Le incomprensioni capitano, come anche le diversità di vedute, come anche i litigi. Ma penso che (a meno di cose estremamente gravi) non sia il momento di incomprensione a definire una volta per tutte l'altro, o peggio, a definire il nemico. Gli esseri umani, tutti, sbagliano; e ciascuno pensa di aver ragione dal proprio punto di vista. Ammettiamolo, dire di aver avuto torto è difficile, ma non tanto agli altri, è dura dirlo a sé stessi. Poi a volte si parte conoscendo le cose a metà, o presupponendo che l'altro debba essere per forza in malafede. Ad ogni buon conto, sono le 23:09, questa giornata è quasi finita, e speriamo sorga una notte foriera di un giorno di pace. Pace nella verità, ovviamente.
Cos'è che c'è scritto da una parte?
"La fiducia è il presupposto essenziale di ogni pace. Se non mi fido di chi ho accanto, di chi conosco, ma anche di chi mi è estraneo, non posso vivere. Mi fido del medico che mi cura, del conducente del mezzo che mi trasporta, della persona in cui ho riposto il mio cuore, e così la vita è un susseguirsi di piccoli e grandi atti di fiducia. Non c'è vita senza fiducia, e non c'è pace senza essa. Ma per fidarmi, e avere pace, non posso vivere nel timore del tradimento di questa fiducia. La fiducia è un moto gratuito del cuore; la pace chiede, da parte sua, l'abbattimento di ogni ingiustizia e di ogni usurpazione".

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