Adeguarsi all'Occidente

Chi è immigrato in Europa, in Italia, e ce l'ha fatta, probabilmente dirà che emigrare serve. Non posso mettere in dubbio che questo faccia la differenza per la singola persona. Né dico che uno debba vivere sotto le bombe o nella povertà (in particolare, dalle bombe devi scappare per forza). Ma a livello globale, si risolve ben poco, anzi, si fa aumentare la povertà di ogni singolo Paese ospitante oltre che di quello d'origine e tante, troppe persone, dopo aver rischiato la vita vedono frantumarsi le loro rosee aspettative. Mi scontro con questa situazione ogni giorno. E so che molti non ce la faranno. So che per molti andare altrove non è stato un affare. So che molti finiranno a dormire sotto i ponti.
Deve cambiare l'approccio al consumo, devono essere redistribuite le risorse, devono terminare le guerre, almeno quelle provocate ad arte.
Anche perché tante persone giungono da questa parte, la parte ricca, ricca ma piena di persone che non vivono con meno di due dollari al giorno ma nemmeno potrebbero per via delle necessità anche sociali alle quali devono adeguarsi, e iniziano a sprecare. Sprecano acqua, sprecano cibo, gas... Non ho mai visto qualcuno sprecare tanto. Non ho mai visto a casa mia arrivare bollette di gas da 1.700 euro per tenere le finestre aperte e stare in casa a maniche corte mentre fuori la temperatura è relativamente mite anche se è dicembre. Non ho mai visto usare tante medicine e non ho mai visto rompere tre frigoriferi e tre lavatrici uno dietro l'altro. Non ho mai visto gente lamentarsi perché si va in gita insieme per poche ore a poca distanza da casa e non ci si porta il panino come ogni persona normale, pretendendo che altri paghino il pranzo al ristorante. Quindi il problema dello spreco non è occidentale, credo sia insito nell'uomo, a qualunque nazionalità appartenga. Ma proprio per questo lo spostamento di popoli non è una soluzione. Quello che serve è un nuovo approccio alla vita fatto di vera solidarietà e vero amore.
E secondo me chi dice che bisogna accogliere e accogliere e accogliere non ha ben inquadrato il problema e non si accorge che sta creando i presupposti per creare il caos per tante generazioni future. Non stiamo aiutando nessuno in questo modo. Quello che dobbiamo fare nell'emergenza va fatto, ma affiancandolo a una seria politica. L'approccio però è sempre quello di curare il sintomo e non l'intero corpo o le cause dello squilibrio... Se non si comincia dall'inizio, non si fermerà mai questa catena, anzi, le si aggiungono sempre nuovi anelli.
Ci mettiamo la coscienza a posto accogliendo queste migliaia di profughi? Non ci rendiamo conto che il problema non inizia e non finisce lì?
Che mondo lasceremo in eredità? Un mondo di vera accoglienza, o un mondo di scontri per accaparrarsi l'ultima risorsa?
Ai posteri l'ardua sentenza.

0 commenti:

Posta un commento