La virtù della liquidità

Stavo facendo una riflessione sul concetto di società liquida di Zygmunt Bauman​ e su quanto e come la liquidità sia passata da concezione a valore. Io non ho un carattere testardo ma, essendo esso particolarmente speculativo, quando arrivo a una conclusione difficilmente cambio idea perché frutto di un percorso di valutazioni approfondite. Alcuni frettolosamente scambiano questo per testardaggine. Anni fa un'esperienza di vita mi ha mostrato proprio come sia cambiata la nostra scala di valori. Fino a qualche tempo fa essere decisi e risoluti era segno di carattere, e avere carattere era una cosa buona. Poi ho visto come, sempre più, questo "carattere", questa capacità decisionale e valutativa, sia diventata un difetto, addirittura qualcosa in grado di minare le relazioni. Si è passati ad avere una necessità sempre maggiore di accomodamento e di mediazione, in poche parole, a dover essere liquidi, flessibili, senza una posizione e una collocazione precisa per non rischiare di diventare automaticamente schierati in qualche fazione a cui nemmeno si sente di appartenere. Dicevo, la cosa è diventata un valore. Sì, non siamo più nell'alveo delle categorie descrittive, della presa di coscienza che "questa è una società liquida"; ma nella necessità di essere liquidi, altrimenti si è socialmente inadeguati. Non voglio esprimermi oltre, perché guardare le cose da un asteroide dà un'altra prospettiva. Mi sembra di intravedere dove tutto questo ci stia portando, ma per il momento lo tengo per me anche perché la cosa richiederebbe una trattazione lunga e appropriata, e non si può fare nello spazio di un blog. Ma è già tutto sotto i nostri occhi.

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