Nero carbone in un giorno di sole

Ero quasi tentata di scrivere un post spensierato...di cucina...
Ma lo farò prossimamente.
Oggi ho avuto un incontro...se così lo possiamo chiamare. Stavo camminando e all'improvviso mi si è parata innanzi una figura tutta nera. Ma proprio nera...neri i vestiti e anche la pelle. Solo che non era un africano, era una persona che si era coperta faccia e mani di nero, come carbonizzato. Suppongo fosse coperto di grasso per motori per ripararsi dal freddo. O forse era terribilmente sporco, ma ne dubito.
Comunque sia, mi ha chiesto un'elemosina.
E io come una sciocca siccome ero distratta non gliel'ho data. Però non era solo questo. Mi aveva turbato perchè stavo camminando assorta in altri pensieri ed è successo tutto così in fretta che non ho avuto nemmeno il tempo di pensare di mettere mano al portafogli. Mi ero pure un po' spaventata...
Comunque andando via ho sentito dirgli "per favore, per favore"...ma con una...disperazione tale...come se fosse il suo ultimo momento di vita. Solo che ero presa da altre cose successe immediatamente prima e ho realizzato solo strada facendo tutto questo...tanto che a un certo punto, scesa nella metro, stavo per tornare indietro per dargli la mia monetina, ma tanto ormai l'avevo perduto tra la folla.
Così...non potendo fare di più...l'ho affidato in una preghiera.
Non sopporto questa cosa che noi viviamo in case calde, che abbiamo più o meno delle sicurezze (e per me non è il periodo più sicuro del mondo...sto anche vivendo l'esperienza dell'esule in un certo senso)...
E tanta gente no.
Quando passo di sera e vedo i senzatetto sdraiati per terra tutti insieme...in una sorta di dormitorio all'aperto...Uno aveva addirittura un lettino, fatto di cartoni, proprio a forma di lettino...
Poi guardo noi...la gente...
che spendiamo soldi in mille sciocchezze...
Che ci ubriachiamo che ci droghiamo che bruciamo averi e vita mentre c'è chi non ha nè gli uni nè l'altra...
Che non capiamo in ogni momento quanto stiamo bene nelle nostre case, davanti ai nostri computer, ipnotizzati dinanzi agli schermi...
Non penso che ognuno dovrebbe lasciare tutto e vivere per strada...c'è chi lo fa...ma penso che sarebbe meglio se tutti avessero meno, ma ciascuno avesse qualcosa. Il minimo indispensabile...ovverossia, tutto. L'amore. Cibo per nutrirsi. Una casa calda. Una famiglia, qualche amico. Niente di più, niente di meno.
Noi sempre chiusi nelle nostre certezze mentre tanti, tanti, tanti, troppi sbiadiscono giorno dopo giorno nella precarietà (e non quella dei contratti lavorativi).
Pascal diceva una cosa che poi ho ritrovato grossomodo simile in un libro di un autore di libri per bambini (ma quello era il suo primo libro per tutti) e suona più o meno così: l'essenza dell'uomo risiede nel suo essere sublime e basso, divino e meschino.
E l'umanità vive di questo...l'umanità presa nel suo complesso...
C'è chi vive di glorie sublimi, come un angelo del Cielo. E chi vive sprofondato nel più nero degli inferni.

3 commenti:

UNATANTUM ha detto...

E c'è, anche...chi vive...e basta. Con/In tutte le varie "sfumature"...del caso...ma anche no.

ars ha detto...

ma alla fine, caro Una, quando vivi l'inferno o la gloria, pensi comunque di star vivendo e basta

UNATANTUM ha detto...

No...Cara ars. Pensi di Vivere...l'inferno...o la/in Gloria.

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