L'arte di far arte

Reduce da una serata (finalmente una cosa a un orario decente, umano, che non costringa a stare in giro su autobus ancora alle 3 di notte) passata in visita a una collettiva di arte contemporanea.
Che, almeno per me e le persone con cui ero (sì, ogni tanto faccio le cose in compagnia) è risultata abbastanza...deludente...desolante...
Oddio, per me no, ero ben consapevole di quello che mi aspettava e mi sarei stupita del contrario. Più che altro, ero andata proprio con la speranza di stupirmi, lascio sempre le porte aperte alla possibilità.
Però cari ragazzi...da artista a artista lo dico...
Lo capisco che non viviamo nel momento più felice della Storia. Però...nemmeno il Rinascimento, nemmeno il Medioevo, nemmeno l'Antichità lo erano...c'erano povertà, ingiustizie sociali...
Eppure l'uomo era in grado non solo di realizzare (perchè tante cose oggi non sapremmo più farle...per rifare una cupola come quella del Pantheon si è dovuto attendere il cemento armato, e quella invece è solo in mattoni, antichi peraltro...non sapremmo rifare una statua crisoelefantina enorme come quella di Athena Parthenos che, peraltro, ormai non esiste più...nè una cattedrale gotica...eccetera, eccetera, eccetera) ma di IMMAGINARE quelle bellezze...
Perchè oggi non siamo in grado nemmeno di concepirle? L'arte presenta il vuoto contemporaneo. E' di una vuotezza esasperante. A parer mio, sia chiaro.
Ecco, io penso che l'artista non debba solo riprodurre facendolo passare attraverso la propria interiorità il mondo che lo circonda, ma debba crearlo, il mondo. Dio è l'artista supremo, e in ogni artista c'è una scintilla di quella creazione originaria. Talento benedetto dal Signore! Che diventa troppo spesso sciovinismo egocentrico delle proprie facoltà, nevrosi, rappresentazioni di un mondo e di una vita che a volte sembra non si sappia nemmeno dove vadano a parare.
Capisco anche che uno potrebbe dire: "Non ci sono più i grandi committenti di una volta, non si può spendere più così tanto per l'arte". Certo, chi spenderebbe tanto tempo e denaro per una nuova fabbrica di San Pietro, per una nuova Cappella Sistina, per una nuova cupola di Brunelleschi, per dei nuovi Caravaggio? Eh lo so, non si può fare. Occorre essere efficienti, veloci, competitivi, quelle sono cose dispendiose e farraginose (poi non si capisce perchè l'arte no e la burocrazia italiana, che lo è altrettanto se non di più, sì...vabè). Però garantisco che i soldi per l'arte si spendono, eccome. C'è tutto un mondo sotterraneo e di committenti anche grossi (anche le multinazionali si fanno mecenati oggi) dove i soldi girano, alla facciaccia nostra. Basta guardare una certa architettura, sotto gli occhi di tutti. Eppure c'è una sterilità intellettuale, io aggiungerei pure intellettiva, che impedisce un miglior impiego di tutto ciò.
Secondo me camminare in luoghi belli, anche una città bella, con case belle, strade belle, rende più belle anche le persone. Le forme danno in qualche modo forma anche al nostro essere.
Ieri una persona che deve per necessità lavorative reinventarsi e reinvestirsi "artista" (a che punto siamo arrivati!) mi diceva: "L'arte è una gran presa per...@!*!". Quanto ha ragione! E aggiungeva "Non vorrei fare l'artista, ma dato che me l'hanno proposto e devo lavorare, ok...volete essere presi in giro? Ok".
E almeno questa è stata onesta.
Però di sedicenti "artisti", e pure di discreto successo, ne conosco tanti...
Abbastanza, quanto meno, da chiedermi perché loro trovano il coraggio di mettersi in mostra e tanta gente brava e con un mondo interiore stupendo no.
Dicono che ciò che distingue l'artista dall'artigiano è che l'artista ci mette il cuore nella sua creazione, l'artigiano no. A parte che non lo ritengo vero, ma pur ammettendo sia così, pare che gli artisti oggi siano un po' troppo illuministi e ci mettano ben troppa testa e quasi assente è il cuore.
Questo tornando al post, che credo di aver scritto, spero non solo nella mia mente, dove spiegavo che uno una volta mi disse di aver avuto una fidanzata "vera artista, faceva delle mostre".
D'altronde, caro il mio Fëdor/Miškin, avevi ragione tu: "La bellezza salverà il mondo". Ma solo un idiota può pensarlo: pare proprio che il mondo non voglia essere salvato.

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