Il volo del rondone

Camminavo godendomi il sole del mezzogiorno primaverile, rimproverandomi di aver visto giorni fa un cane col collare rovistare vicino a un cassonetto e di non essermi fermata a vedere se poteva essersi smarrito, quando proprio in quel momento ho notato una macchia scura sull'asfalto. Avvicinandomi, la sagoma informe mi è sembrata prima un'ala (!), poi un volatile tutto intero...esanime...ma qualcosa mi ha spinto a guardare meglio...era un rondone e non era affatto morto! Stava lì, col becco aperto e gli occhi chiusi, incapace di volare, sicuramente terrorizzato dalle auto che sfrecciavano veloci sopra la sua testa...così sono andata sulla carreggiata, mi sono fermata in mezzo sperando che il motorino e le due macchine che lo seguivano, vedendomi, avrebbero deviato invece di investirmi (diamine, sono pur sempre un essere umano :P) e ho raccolto la creaturina. Io ero più terrorizzata di lui/lei. Temevo morisse nella mia mano...oltre a temere di venire falcidiata dai mezzi che sfrecciavano passandomi oltre.
Così la mia passeggiata si è trasformata in un pellegrinaggio a piedi verso il più vicino veterinario, che ovviamente ho trovato chiuso in perfetta osservanza a tutte le leggi di Murphy...e me ne sono andata a casa con questo rondone che aveva continuato a tenere il becco aperto e gli occhi chiusi per metà del tragitto. Non starò a raccontare tutto quello che ho fatto dopo, sarebbe lungo e forse noioso...dico solo che ora il rondone sta bene. Però pensavo che talvolta le persone sono come i rondoni: quando cadono non sono più capaci di volare, e nemmeno di camminare o di nutrirsi...hanno bisogno di lanciarsi dall'alto per poter riprendere a vivere.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

...o schiantarsi a terra, nella più completa indifferenza...umana.

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