Natale e tenerezza

Ho passato dei giorni inaspettatamente sereni. Sereni dentro il mio cuore. Tante cose attendono ancora risoluzione, ma ho imparato l'arte della fiducia. Poi sono arrivati degli inaspettati regali, per lo più in ambito lavorativo. Se mi domandassero se ora sono felice...bè, potrei dire di sí, ma non per eventi esterni, si tratta di una gioia intima, quella più importante e solida. Durevole, non so...non sono una che riesce a stare fissa in uno stato emotivo troppo a lungo: troppe cose mi toccano, siano belle o brutte. Ho un carattere cosí. Ho provato a cambiarlo, poi mi sono resa conto che non è poi cosí giusto mettere da parte la sensibilità, che è un dono e una virtù, basta solo non lasciarsene soverchiare. In realtà il mio periodo da dura mi è servito: ho potuto conciliare fermezza e dolcezza, anzi comprendere la differenza tra la prima e la decapitazione dei sentimenti. Divagazioni a parte, è Natale. Ogni Natale poi passa un po' cosí, tra chiacchiere e mangiate, compere e frenesia. Non per me a dire il vero: ieri non mi sono azzardata a uscire; ho lasciato da parte il caos dei negozi e sono rimasta in casa, ho pregato, ho atteso quello che sento essere il vero Natale e cioè quella Nascita che oltre duemila anni fa, che piaccia o meno, ha cambiato la Storia del mondo. Potranno dirsene tante: che è solo una festa con cui la Chiesa ha rimpiazzato il Sol Invictus (poco contano le recenti testimonianze archeologiche), che è un simbolo,  un giorno che ricorda una storia inventata, una festa finanche laica o atea (e d'altronde, perchè no: Gesù è venuto per tutti), ma la sostanza non cambia: da oltre duemila anni, si festeggia il Natale, quel Natale che, dicevo, ha cambiato la Storia: la cultura è cambiata, l'approccio alla vita è cambiato. Quell'evento ha avuto una portata non solo religiosa, ma sociale, culturale, antropologica come nessun altro o pochi per l'umanità. Persino chi non ci crede, persino chi lo ritiene una figura mitica o fantasiosa, deve confrontarsi con quel Bambino, diventato poi Uomo, vuoi per attaccarlo piuttosto che per amarlo: lui è sempre lí, quasi imprescindibile. Toglieranno crocifissi dalle scuole, presepi dalle aule, messe e auguri: forse Babbo Natale - che fondamentalmente è un santo cristiano, Nicola, e gli anglosassoni se lo ricordano meglio di noi - supera in popolarità Gesù Bambino, ma il significato vero del Natale è nella stessa parola: giorno di nascita, messa di Cristo (merry Christmas), nascita di Cristo (kala Xristoughenna) e cosí via.
Per concludere, una piccola parentesi. Quest'oggi per una mia famigliare è stato luttuoso: le è morto il gatto. Già so che c'è chi si farà una risatina, ritenendo vi siano tragedie ben più grandi. Io quando l'ho sentita piangere, non sono riuscita a trattenermi. Chi ha un animale, chi ne ha avuti, chi li ritiene esseri viventi al pari di tutti, potrà capire questi sentimenti. Ovviamente non è mancato chi mi desse della stupida o dell'esagerata. C'è chi sostiene la tesi che agli animali non ci si debba affezionare "perchè poi quando muoiono vedi che succede". Bel discorso: allora non affezioniamoci nemmeno alle persone, che quando muoiono si soffre ancora di più. Non bisogna aver paura di voler bene per timore di soffrire: bisogna amare fino a farsi male invece, senza paura; e lo dico senza alcuna retorica eroica...credo che la semplicità dell'amare sia, parafrasando qualcuno, nella misura di amare senza misura. Anche Dio - e il Natale ce lo ricorda - ama cosí. Mi domandavo giustappunto se quanto mi avevano detto fosse però tutto sommato vero, nel frattempo ho acceso il computer. Ed ecco, la risposta giunta inaspettata: la pagina che avevo lasciato aperta, per puro "caso", ieri. Quella frase di quel personaggio che piace a tanti, ultimamente, anche se inspiegabilmente lasciano gli occhi puntati su di lui piuttosto che spostarli su Colui che rappresenta: "Non abbiate paura della tenerezza". E no, non bisogna aver paura della tenerezza, che non fa rima con mollezza, se non ortograficamente. Nella tenerezza c'è la forza del saper amare senza paura. E il coraggio (si può forse negarlo?) è virtù di animi forti.

1 commenti:

UNATANTUM ha detto...

Buon Sole Crescente, anche a te Tesorita :)

bacione ;)

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