Che sapore ha la felicità...

La felicità è un criterio soggettivo. Io mi sento spesso infelice in questo mondo. Mi sembra tutto sempre molto vacuo, inutile e spesso ingiusto o riduttivo. Non perché lo sia oggettivamente: ognuno ha, ripeto, il proprio modo per essere felice ed è (nei limiti di una felicità lecita) una cosa bella. Per esempio la mia idea di felicità è vedere le persone, soprattutto quelle che ami, a loro volta felici. Tempo fa ero in un parco acquatico e c'era la piscina a onde. Tutti l'aspettavano, con la trepidante attesa dei bambini (anche gli adulti) ed era bellissimo sentire che all'arrivo dell'onda avevano la risata sincronizzata. E' forse una delle migliori descrizioni dell'armonia e della pace. Sarebbe bello se nel mondo bastasse una piscina a onde per far stare tutti in pace. Oppure osservare la natura: è una cosa che mi rende estremamente felice; quando guardo i miei animali, per esempio, o quelli che arrivano in giardino, mi sento in letizia. Penso che sia lo stesso tipo di amore che provano le mamme (non lo sto equiparando, spero si capisca in che senso) o Dio: guardare le altre creature, e gioirne. La mia idea di felicità stasera, invece, è questa: aprire un libro di bioetica e trovarvi idee sulle quali discutere (se poi sono espresse secondo punti di vista che trovi condivisibili è quasi il Paradiso) e dilatare il pensiero, la mente e l'anima. In generale le idee sono una cosa che mi rendono estremamente felice. La discussione su tematiche fondamentali, che non sono solamente speculative ma sono fondamento della nostra quotidianità e della nostra vita "normale", che è ben più dell'uscire per andare al lavoro o a fare la spesa (e a me piace tantissimo fare la spesa attuando il mio potere di scelta e di contributo a cambiare nel mio piccolo tante cose grandi). O meglio, si ritiene che la speculazione sia avulsa dalla quotidianità, dalla vita pratica, e invece non è così, perché in ogni scelta c'è il riflesso di una condizione esistenziale più grande. Osservare quello che si cela dietro tutto questo, il non detto, il non visto, a me piace un sacco e mi fa sentire di essere finalmente nel posto giusto. Creare, che sia col disegno, coi suoni, con le parole o col pensiero, è la cura per ogni affanno. Ti fa sollevare al di sopra di tante meschinità e inutilità e ti fa finalmente sentire vivo. E sentirsi vivi è la più alta forma di felicità.